l'indagine sulla città scomparsa ed altre storie

di Antonio Cerbarano - 2016 - edizioni Eracle - ISBN 9788867431595 - euro 12,00

 

 

 

 

l'indagine sulla città scomparsa

il dente d'oro

il bevitore

l'uomo che sparò a Bill Gates

il viaggiatore

le chiavi

babbo Natale

 

L'ispettore ministeriale Joseph Usak è inviato nella remota città di Xadis per indagare su una serie di inspiegabili eventi di cui si incomincia a parlare con preoccupazione nella capitale

 

Dalla cittadina non giungono da tempo più notizie e non si riesce in alcun modo a stabilire alcuna comunicazione con gli abitanti. In quella località, sotto la direzione di un inquietante e astuto personaggio, l'ingegnere Omer Celink, era stata realizzata una struttura, la “torre”, che avrebbe dovuto risolvere definitivamente il cronico problema dei rifiuti. Con il procedere della costruzione erano però cominciati a verificarsi preoccupanti, strani avvenimenti, terribili disgrazie, assurdi delitti, che stavano portando alla rovina la città, e con essa anche coloro che avevano partecipato all'impresa.

 

L'indagine si rivela estremamente difficoltosa. Molti degli abitanti sono andati via o scomparsi misteriosamente, così come sono inspiegabilmente scomparsi documenti, prove, testimoni. Degli avvenimenti accaduti non restano altro che scarne e non sempre attendibili notizie, voci, impressioni, congetture spesso fantasiose o contraddittorie.

 

L’ispettore alla fine si ritroverà anch’egli imprigionato nella città morente senza avere avuto modo di riferire ad alcuno nemmeno quei frammenti di verità che ha solamente intuito.

 

Da questo e dai successivi racconti emerge il tema dominante dello smarrimento, della sconfitta dell’uomo, travolto da una società disumanizzata e disumanizzante, artefice o vittima delle perverse logiche dell’egoismo, dell’avidità, del potere (L’indagine sulla città scomparsa, Il dente d’oro), di inesorabili tecnologie ( Le chiavi , L’uomo che sparò a Bill Gates). La sconfitta della sua coscienza a volte assume l’aspetto del rifiuto di una realtà che si fa fatica a comprendere ( il bevitore, il viaggiatore), diviene addirittura esercizio gratuito e gratificante del crimine (babbo Natale).

 

 

Recensioni e commenti

 

 

Con L'indagine sulla  città scomparsa ,ancora  una volta come nel tuo precedente libro - Labirinti- entri nella realtà che ci invade e pervade con tentacoli assurdi ed inestricabili.Penetrare,spiegare questa realtà è un'impresa disperata,che pur tuttavia siamo spinti a scandagliare per esigenza dello spirito umano.Lo specchio della realtà si è frantumato e rimangono solo frammenti,"craste"di esso.E noi ci specchiamo in questi frammenti senza poter cogliere la verità nella sua complessa concretezza.Pertanto le nostre indagini risultano sempre incomplete,monche,spesso fuorvianti. Molte volte pasolinianamente "sappiamo",ma non abbiamo le prove.Per cercare le quali ci smarriamo in una foresta  di indizi da cui non riusciamo a districarci.Come avviene al tuo ispettore che,coscienziosamente,cerca di indagare sugli strani casi della Città scomparsa.Egli subito viene  a trovarsi a contatto con un mondo assurdo,kafkiano,senza nessuno afflato metafisico,però,bensì terreno,palpabile se solo ci fermiamo ad osservare,a respirare gran parte delle cose che ci circondano.La descrizione della città, esasperando,contorcendo la realtà per motivi espressivi letterari,che trovo molto efficaci per la materia che tratti,la scomparsa dei suoi abitanti,le morti continue e misteriose che si susseguono non sono che simboli del mondo,della vita che stiamo attraversando.Il tuo Ispettore dal nome kafkiano,Yoseph Usak,è stato incaricato di indagare sugli avvenimenti che si sono verificati e si verificano nella città di Xadis. Niente di straordinario.Lo straordinario si verifica dopo quando viene a trovarsi in un paesaggio disfatto,lunare e in situazioni incomprensibili,assurde.Già le difficoltà lungo il cammino per raggiungere la città,sembra  vedere l'agrimensore  di Kafka che va verso il Castello, poi quella desolazione paesaggistica,quegli individui notturni che appaiono e scompaiono come ombre vaganti nel nulla.Gli strani,sfuggenti comportamenti dell Autorità a cui Yoseph si rivolge per eventuali chiarimenti, le insicure testimonianze di alcuni  abitanti superstiti non portano a nessuna chiarezza.Solo vaghe confuse intuizioni con cui il nostro ispettore cerca di comporre il mosaico che alla fine risulterà incompleto,come di conseguenza sarà incompleto il rapporto che dovrà presentare ai suoi superiori, i quali poi sembra che siano scomparsi ,che si siano dimenticati di lui e della ispezione che gli avevano affidato.La realtà,la verità rimane misteriosa,inaccessibile,come quella Torre che si erge minacciosa nel paesaggio desertificato.Una Torre apparentemente innalzata per raccogliere i rifiuti.Ma cos'altro contiene? Con quali materiali è stata costruita?

Caro Antonio,noi lo sappiamo,molti lo sanno,ma non abbiamo le prove.Noi vediamo notturni TIR carichi, coperti meticolosamente da pesanti teloni attraversare il paesaggio lunare.Cosa trasportano,dove vanno,verso quale Torre?E conosciamo tanti ingegneri ,compagni dell'ingegnere che ha costruito la Torre del tuo libro.Li incontriamo ogni giorno,sempre col sorriso sulle labbra,sempre a darti una manata amichevole sulla spalla,ma bisognerebbe fare attenzione ai loro occhi,piccoli,come bottoncini di stivaletti di donna,occhi che non hanno profondità,e nessuna parvenza di generosità umana.

Ecco,caro Antonio,ciò che mi è venuto da dire sul tuo libro.Letto con un po' d'angoscia,sì,ma con vivo piacere letterario per il clima in cui mi sono sentito avvolto e per il piacere letterario specie in alcuni monologhi di alcuni personaggi.

Michele Lepore

 

 

Un’emergenza rifiuti figlia dell’eccessivo consumismo, del malaffare e della connivenza di tante, troppe istituzioni, che rievoca in noi campani tanti sgradevoli e mai sopiti ricordi, nella immaginaria  (ma non troppo), cittadina di Xantis, viene risolta con la costruzione di una mega Torre. 

Di lì a poco la città si trasformerà in uno spettrale paesaggio fantasma dove aleggiano ombre e misteri, in una collocazione spazio-temporale volutamente non precisata ma di sicuro attuale. Ad indagare sarà chiamato un ispettore del Ministero (che sembra rievocare in qualche tratto i personaggi di Leonardo Sciascia, anche per la voluta semplicità investigativa a volte direi quasi disarmante), il quale si scontrerà non solo con l’enigma su cui è chiamato ad investigare, ma anche su altri perenni interrogativi dell’animo umano.  

“In ognuno di noi ci sono le camere scure, le porte chiuse, gli armadi che non abbiamo il coraggio di aprire, gli istinti spesso inconfessabili di cui ignoriamo anche l’esistenza. Ma essi sono sempre lì, sopiti ma non morti, sono sempre lì, il male è sempre lì”. fa dire Antonio al “poeta”, uno dei suoi personaggi forse più appassionanti.

“L’INDAGINE SULLA CITTA’ SCOMPARSA  ED ALTRE STORIE” è un testo dal ritmo sempre incalzante che spinge il lettore a leggere una pagina dopo l’altra quasi con bramosia, anche grazie ad un’innegabile scorrevolezza e una scrittura sempre di alto livello. 

L’intreccio costruito da Antonio Cerbarano è ben pensato e ben sviluppato, le ipotesi che via via si formano nella mente di chi legge sono molte, più o meno semplici da immaginare e più o meno semplici da scartare o da tenere in sospeso. Fino all’ultima pagina comunque la lettura risulta davvero piacevole e mai scontata.

Molto belle anche le diverse figure che l’autore descrive nei loro tratti salienti, non perdendosi nelle mere descrizioni, ma riuscendo a dipingere le personalità più disparate e contrastanti sempre con tratto sicuro, tipico del suo stile asciutto e diretto.

Uno libro che deve essere letto, che sprigiona riflessioni importanti (e in questo mi è venuto in mente 1984 di George Orwell, non so se sia stato di ispirazione). 

Un romanzo visionario su un rischio terribile che ci auguriamo di non vivere mai, ma di cui possiamo trovare, purtroppo, delle sfumature anche nella nostra realtà.

 

Antonio Cerbarano scrive quasi a margine del suo libro:

Tutti i libri sono stati scritti/tutti i libri sono stati consegnati/ma nessuno li leggerà mai.

Sono sicuro che questo è un libro che leggeranno in tanti.

 

Aldo Cavallo